martedì 13 novembre 2007

Perché la multimedialità nella didattica

Un'insegnante chiese ad un suo studente dodicenne perché secondo lui fosse utile usare il computer per ricostruire dei testi. Il ragazzo rispose: "Perché il computer non mi interrompe mentre sto pensando, come invece fa lei". (citato in Hewer 1997)

La dinamica tra motivazione tecnologica e obiettivi educativi, come sostiene Mariani, non può da sola supportare il processo di insegnamento/apprendimento, tuttavia, bisogna riconoscere che una forte motivazione tecnologica è presente negli alunni, sollecitati e notevolmente motivati a impegnarsi nell’uso di tecnologie, proprio perché strumenti del loro tempo. Al giorno d’oggi, dobbiamo ormai accettare con serenità due affermazioni inconfutabili: · i vantaggi delle nuove tecnologie sono innegabili; · l'uso delle nuove tecnologie è inevitabile, a prescindere dai loro vantaggi. Dobbiamo dunque, e dovremo sempre più, usare le nuove tecnologie nell'educazione anche solo per il fatto che tutti noi vivremo e lavoreremo sempre più in un mondo basato sui computer.
Sempre secondo Mariani, infatti, l'uso della multimedialità:
  • aumenta la motivazione, come si vede dall'intensità e dalla durata del contatto dello studente con la macchina;
  • facilita l'apprendimento attivo ed esperienziale, per i contesti concreti e le opportunità di ristrutturazione della conoscenza che introduce;
  • attua un approccio centrato sul discente, grazie all'interattività e dunque alla possibilità di scelta;
  • promuove l'individualizzazione, in particolare il rispetto degli stili e dei ritmi personali di apprendimento, attraverso la varietà e la flessibilità delle proposte;
  • realizza un apprendimento più efficiente e produttivo.
L’uso delle tecnologie in ambito didattico, infine, ci porta anche ad una nuova riflessione nell’ambito teorico delle strategie di apprendimento, che vanno globalmente riconsiderate. In primo luogo, nel senso del rapporto tra strategie cognitive, cioè di elaborazione delle informazioni, e strategie metacognitive, cioè di pianificazione, controllo e valutazione dei propri processi e dei propri prodotti. In secondo luogo, nel senso del significato stesso delle metacognizione, nelle due accezioni fondamentali di questa parola: la conoscenza dei propri processi di apprendimento, e il risvolto più operativo, cioè il controllo consapevole e critico delle proprie operazioni mentali, che comprendono anche i propri processi di interazione con le tecnologie (Mariani: 2000).

(Facendo riferimento alla navigazione, ad esempio, di cui si fa uso in quest’unità didattica, scopriamo subito che essa implica una stretta integrazione tra strategie cognitive di ricerca di informazioni, per esempio strategie di lettura globale, skimming, e selettiva, scanning e strategie metacognitive, di giudizio e interpretazione critica delle informazioni stesse).

Transporte und reisen

Partendo dalla considerazione di Prat Zagrebelsky "La riflessione della lingua deve concentrarsi su aspetti rilevanti per gli obiettivi linguistici del corso", ho ritenuto opportuno presentare una pianificazione didattica relativa ai mezzi di trasporto e a ciò che può essere legato al loro utilizzo (es. Dare, chiedere e comprendere informazioni rispetto a orari, pianificare un viaggio, etc) in quanto questa é una situazione che molto facilmente può presentarsi ai nostri alunni nel momento in cui si trovano in un paese straniero.

La scelta dell’argomento e dei testi adottati é dunque esito di una scelta ponderata sulla base della significatività.
Questa può essere valutata rispetto a tre variabili:
  • la motivazione dello studente;
  • le caratteristiche del testo;
  • i contenuti.
Rispetto alla motivazione dello studente ho ritenuto opportuno scegliere un argomento e i relativi testi che potessero motivare lo studente stimolando i suoi interessi, in modo che gli schemi semantici fossero più facilmente attivati: in questo modo, ad esempio durante la lettura, lo studente si sentirà impegnato in attività effettivamente valide e cognitivamente stimolanti. Il tema scelto ha permesso inoltre la scelta di testi significativi da un punto di vista linguistico: ciò dovrebbe permettere l’attivazione degli schemi formali.
I contenuti, infine, devono non solo essere di interesse per l’allievo (e l’interesse è in funzione dell’età), ma dovrebbero anche proporre tematiche culturalmente interessanti (ed è ciò che ho tentato di fare scegliendo un tema legato al viaggio) in modo che lo studente sia portato a fare confronti tra la sua cultura e quella del paese o dei paesi di cui studia la lingua.

Pianificazione didattica

Classe: 2 classe di un liceo linguistico


Livello: A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediata rilevanza, ad es. informazioni di base sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale, lavoro. Riesce a comunicare in attività semplici e di routine che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice e diretto su argomenti familiari e abituali. Riesce a descrivere in termini semplici aspetti del proprio vissuto e del proprio ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati).

Periodo: dicembre


Obiettivi:

1. Grammaticali:

  • L'utilizzo delle preposizioni di moto a luogo "zu"e "nach" e di moto da luogo "von" e "aus".


2. Comunicativi:

  • Dare e chiedere informazioni su mezzi di trasporto, orari e biglietti;
  • Interagire in una semplice conversazione riguardante orari e mezzi di trasporto;
  • Interagire in modo semplice in situazioni relative a viaggi;
  • Comprendere annunci orali, istruzioni e informazioni su orari;
  • Utilizzare l'orario ferroviario per produrre dialoghi dapprima guidati, poi sempre più liberi, contenenti informazioni su viaggi;
  • Comprendere specifiche informazioni contenute in testi scritti, anche web, relative a orari, percorsi e viaggi e saperne creare di propri, anche in forma di dialogo.


Prerequisiti:

  • La costruzione della frase tedesca;
  • Il presente indicativo di verbi regolari e irregolari;
  • Pronomi personali al caso accusativo e dativo.

Metodo: induttivo-comunicativo

L’approccio comunicativo è in realtà il più “tradizionale” di tutta la storia glottodidattica, in quanto fin dall'antichità era la comunicazione ad essere oggetto di insegnamento/apprendimento. Solo dopo il Seicento l'approccio formalistico si sostituisce a quello comunicativo, che riemerge verso la fine dell'Ottocento per risultare dominante nella seconda parte del nostro secolo, affermandosi in Italia dagli anni Ottanta in poi.

Le caratteristiche dell'approccio comunicativo, come si è venuto configurando oggi, vanno ricercate:

  • nel ruolo centrale attribuito all'allievo, ai suoi bisogni comunicativi;
  • nell'aver posto la comunicazione, e quindi la competenza comunicativa, come oggetto;
  • nell'aver accentuato la nozione di autenticità dei materiali didattici, da proporre quindi con largo uso di tecnologie glottodidattiche;
  • nell'aver affiancato, ai fini della valutazione del risultato, parametri quali l'efficacia pragmatica e l'appropriatezza socio-culturale alla tradizionale correttezza formale.


Durata: 5h+2h (1,5+0,5)


Strumenti e tecniche di lavoro: Le tecnologie informatiche incentivano una cambiamento nell’attività didattica a più livelli: cambia non solo la metodologia del lavoro, ma contemporaneamente anche la situazione interattiva che offre dunque la possibilità di strutturare il lavoro su piani organizzativi diversi e integrati: individuo-coppia-gruppo. L’attività educativa multimediale non è rivolta semplicemente alla costruzione di una prodotto, ma è la costruzione di un saper fare, a volte anche insieme!

Strumenti:


Lavagna luminosa: è uno strumento molto flessibile e di facile uso e rende particolarmente efficaci molte attività linguistiche. Il suo uso, però, è ben più ampio. I lucidi proiettati permettono di rappresentare contesti di situazioni motivanti, adatti all’esigenza didattica del momento, che possono servire da stimolo e da supporto all’espressione orale. Durante la proiezione, inoltre, si possono aggiungere altri elementi o dei particolari suggeriti, direttamente o indirettamente, dagli studenti: la creatività degli studenti ha dunque modo di esplicarsi!


Laboratorio linguistico: permette un ascolto di testi orali non disturbato da interferenze esterne e autonomia di lavoro sia in termini di ritmi di avanzamento; permette inoltre agli studenti di parlare contemporaneamente senza sovrapporsi l’uno sull’altro, moltiplicando il “tempo-parola” di ciascuno. Con il laboratorio linguistico, la comprensione orale può essere messa in atto su un’ampia varietà di messaggi. Su di essi si può attivare il riconoscimento delle variabili espressive di ogni parlante, degli schemi intonativi degli enunciati e delle caratteristiche lessicali e morfosintattiche delle singole funzioni comunicative.


Laboratorio informatico/Computer: con il computer lo studente non si limita solo a reagire agli stimoli che riceve, ma interagisce con la macchina che fornisce lo stimolo successivo solo se la risposta precedente è stata quella prevista. I vantaggi che il computer può offrire sono molteplici. I più manifesti sono legati allo sviluppo delle capacità dello scritto: attività di esercitazione morfologica e sintattica possono essere svolte dai singoli studenti in un rapporto diretto con la macchina, che segnala subito la bontà o meno della prestazione (come nel caso di quest'unità didattica). In questa interazione studente-macchina, l’errore non viene stigmatizzato con giudizio negativo; è invece presente una componente di gratificazione e di stimolo che deriva dall’approvazione per la risposta corretta!



Internet: come la posta elettronica, la videoconferenza ed altri sistemi di reti telematiche, Internet consente sia l'istruzione a distanza, cioè la dislocazione in spazi diversi di docente ed allievo, sia l'interazione con altri studenti di lingua o con parlanti di madrelingua, quindi in una situazione autentica di comunicazione.


Materiale autentico: Il termine descrive l'uso didattico di materiali che sono nati con scopo non didattico: articoli di giornale, biglietti ferroviari, film, pubblicità, ecc. Tale uso è divenuto particolarmente rilevante nell'ambito dell'Approccio Comunicativo. Ciò è dovuto sia alla natura di questo approccio, sia al fatto che negli ultimi anni la frequenza dei viaggi all'estero, la diffusione planetaria dei mass media e il perfezionamento delle tecniche di registrazione hanno reso i materiali autentici facilmente disponibili.Si è spesso obiettato che la mera autenticità pragmatica (nel senso visto sopra) non deve andare a scapito di un'autenticità "glottodidattica": il testo è dunque "autentico" solo se è stato preso dalla vita reale (oppure è stato creato ad hoc ma potrebbe essere stato trovato nella vita reale) e se è anche al livello adatto per lo studente cui viene proposto. Si può parlare anche di realia, ossia di oggetti e altri materiali autentici usati nell'insegnamento di una lingua straniera.


Naturalmente, perché l’uso degli strumenti possa essere funzionale al raggiungimento degli obiettivi, l’insegnante dovrebbe avere alcune conoscenze preliminari che riguardano:

  • la potenzialità dell’strumento;
  • il funzionamento dello strumento e una certa dimestichezza con il suo uso;
  • le modalità e gli scopi d’uso dello strumento nell’attività didattica.

Questa competenza “tecnologica” è indispensabile all’insegnante che voglia evitare un uso dispersivo o il rifiuto da parte degli studenti, bensì ottenere un uso proficuo del mezzo tecnico. Tutti gli strumenti elencati possono sostenere l’attività didattica e renderla più proficua, purché vengano utilizzati per gli scopi giusti e il loro impiego venga programmato. Essi saranno più efficaci se fanno parte della prassi quotidiana, se gli obiettivi di apprendimento perseguiti sono coerenti con le potenzialità del mezzo, se i documenti linguistici presentati sono stati scelti in funzione degli obiettivi programmati e se le attività per le quali li si utilizza sono ben finalizzate. Ovviamente, per potersi concentrare sui contenuti linguistici e sull’attività degli studenti, è necessario saper maneggiare con disinvoltura gli strumenti tecnologici e avere dimestichezza con i loro comandi.


Tecniche di lavoro:


Brainstorming: Il brainstorming è una delle tecniche per individuare idee, sebbene in maniera non organizzata. A differenza delle idee prodotte dalla riflessione strutturata (ad esempio sulla base di voci come "chi, cosa, quando, come, dove, perché") il brainstorming attiva entrambi gli emisferi del cervello (bimodalità) in un processo di "pensiero parallelo" che, se la tecnica è realizzata in classe con forte partecipazione, può anche diventare "pensiero divergente", basato cioè su associazioni imprevedibili, innovative. La realizzazione è semplice, in quanto richiede semplicemente a ogni partecipante di esprimere con assoluta libertà, senza paura di dire sciocchezze, le associazioni di pensiero provocate dal tema o dagli interventi degli altri partecipanti; le interruzioni sono benvenute.L'attività di brainstorming può anche essere usata come forma di anticipazione propedeutica ad un'attività di comprensione.


Lavoro individuale: modalità in cui ogni singolo studente mette in pratica le propire abilità in modo autonomo.

Lavoro cooperativo: Collaborare (labor-cum) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e una esplicita intenzione di “aggiungere valore”, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo strutturato. L’apprendimento collaborativo può definirsi come l'acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato di un'interazione di gruppo, quindi come apprendimento individuale derivante da un processo di gruppo. Una collaborazione, per essere di successo, deve prevedere un qualche accordo su obiettivi e valori comuni, mettendo insieme competenze individuali a vantaggio del gruppo come tutt’uno.

Drammatizzazione: si tratta di una forma di simulazione che non concede alcuna libertà, trattandosi di recitare o di leggere ad alta voce un testo. Le finalità della drammatizzazione sono principalmente due: l'esercitazione degli elementi fonologici, soprattutto gli aspetti intonativi e paralinguistici, e la fissazione delle espressioni linguisitiche che realizzano i vari atti comunicativi, le strutture morfosintattiche e il lessico.

Role making: tecnica glottodidattica in cui la creatività è presente in maniera decisa, lasciando alle coppie o ai gruppi la scelta delle strategie della dimensione della performance e di alcuni elementi contestuali. Fermo restando i ruoli sociali del dialogo di partenza e lo scopo pragmatico, gli allievi, infatti, godono della massima libertà. Lo scopo del role-making non è solo il reimpiego creativo dei materiali precedentemente acquisiti, ma la scoperta di alcune regole costitutive del dialogo come genere comunicativo. Il role-making, infine, consente ad ogni allievo di usare la lingua straniera in base al proprio livello di acquisizione: ciò è essenziale per abbassare i filtri psicologici.

In plenum: lavoro globale in cui la classe che si interfaccia con l'insegnante biunivocamente.